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Vulcano, kmq 21, è l’isola delle Eolie più vicina alla costa della Sicilia, da cui dista solo 12 miglia, ed è separata da Lipari da un canale di circa km 1,5: in prossimità del porto stupisce la bellezza dei luoghi e colpisce l’acre odore di zolfo che impregna l’aria. Il fenomeno, a cui ci si abitua presto, è dovuto alle fumarole, esalazioni ad alta temperatura di vapore acqueo, zolfo e anitride carbonica che si sprigionano dal cratere o da fessure del terreno e che ci rammentano che il vulcano è sempre attivo.
Il nome
Le Isole Eolie furono chiamate anche Vulcaniae dal dio Vulcano (il greco Efesto) la cui fucina si credeva fosse sotto l’attuale Gran Cratere ancora oggi attivo: Vulcano è un’isola molto interessante per i suoi fenomeni vulcanici e post vulcanici.
L’isola deve il suo nome all’imponente attività vulcanica che ha sviluppato nei millenni: gli antichi la chiamarono Terasia (terra calda), poi Thermessa (calda), poi la consacrarono al dio Efesto credendo che li vi si trovasse la fucina degli dei e la chiamarono Isola Sacra (Iera in greco, Hierà in latino).
Cenni Geologici
A Vulcano si trova l’altipiano più vasto delle Isole Eolie, formato da lave, banchi di tufi, depositi quaternari e solcato da profondi valloni. L’altipiano di Vulcano è cinto da colline ondulate e nude che digradano verso il mare, e dalla cui cima si ammirano pittoreschi paesaggi.
Nell’isola di Vulcano si distinguono tre unità morfologiche: la prima , a Sud, è costituita dalla grande depressione di Vulcano Piano (mt 330) e da numerosi strato-vulcani (Monte Aria mt 500, Monte Luccia mt 188, Monte Saraceno mt 481). La seconda, al centro, è la Caldera di Vulcano la cui parte centrale costituisce il cratere di Vulcano Fossa: Fossa I e a mt 400 Fossa II , l’attuale cratere, con un diametri di circa mt 500e una profondità di mt 200. La terza unità è costituita da Vulcanello (mt 123) con i suoi tre crateri: la penisoletta di Vulcanello è collegata all’isola di Vulcano da un sottile istmo di circa 1 mt di altezza.
Il cratere della Fossa ha dato luogo ad eruzioni storicamente conosciute, caratterizzate da attività prevalentemente esplosiva e da numerose colate di lava. Dell’intensità dell’attività eruttiva di Vulcano si hanno le prime notizie da Tucidite nel V sec. a.C.: l’ultima fase eruttiva ebbe inizio il 3 agosto 1888 r cessò il 22 marzo 1890 e fu caratterizzata dall’emissione di materiale antico e coevo di grandi dimensioni e lancio di proiettili che vennero denominati “bombe a crosta di pane”. Da tale epoca, il cratere di Vulcano è rimasto in fase fumarolica. Presso i faraglioni del Porto di Levante si riscontra un’altra zona fumarolica, tra gli avanzi a di un antico edificio vulcanico, caratterizzata da emissioni di gas, dal gorgoglio dell’acqua, da colorate efflorescenze e da una sorgente termale di alto potere terapeutico.
Le acque e i fanghi di Vulcano sono efficaci nelle affezioni delle articolazioni, nelle nevralgie e nevriti, nelle affezioni vasali, nelle flebiti e ulcere varicose, nelle malattie dell’apparato genitale femminile e nelle affezioni dermatologiche.
Il Vulcano
Il visitatore che approda al porto di Vulcano non può non notare lo stretto contatto fisico e spirituale tra la presenza dle cratere e il centro abitato: le attività e la stessa vita degli isolani dipendono da quel cono vulcanico così vicino ma anche così quieto da oltre un secolo. L’escursione al cratere è una passeggiata da non perdere. E’ difficile immaginare ciò che si prova nel trovarsi su uno stretto sentiero che da un lato mostra gli ampi e tranquilli orizzonti del mare e delle isole e dall’altro il cuore di una montagna viva che emette fumi, calore e sibili e che costruisce strutture variopinte di zolfo. La consapevolezza che dal fondo del cratere, dove si trova il “tappo” si siano scatenate nel passato le forze di una natura in grado di cambiare le forme del paesaggio, invita al rispetto e al timore per questo luogo palpitante di vita.
Gli abitanti
Sull’isola di Vulcano abitavano solo i forzati e gli schiavi, costretti all’estrazione di allume e zolfo, in uno scenario da girone dantesco, con emissione sulfuree che toglievano il respiro ed eruzioni periodiche. Lo sfruttamento minerario continuò per secoli fino a divenire una vera e propria industria sotto i Borboni, che all’inizio del secolo scorso, grazie al generale Nunziante, costruirono strade, case e fabbriche. Caduti i Borboni, a metà dell’800 l’isola di Vulcano fu acquistata dall’inglese Stevenson, che continuò l’opera dei predecessori ingrandendo la miniera e piantando i primi vigneti al Piano: la sua villa è il Castello che si trova accanto ai fanghi. L’ultima eruzione del 1888 fece fuggire Stevenson atterrito: i pochi abitanti rimasti, forse suoi coloni, si diedero all’agricoltura e alla pastorizia nella zona verde pianeggiante del Piano o alla pesca nel piccolo borgo di Gelso.
Il film
Decenni di silenzio in un’isola bella e disabitata fino a quando nel 1949 il regista Dieterle girò a Vulcano l’omonimo film interpretato da Anna Magnani e l’interesse per l’isola si risvegliò. L’isola di Vulcano è oggi meta del turismo internazionale attirato dal cratere, dai fanghi terapeutici e dalle bellezze del suo mare e della sua terra.
Da fare e vedere a Vulcano
• Escursione a Vulcanello, a Capo Grillo, al Gran Cratere (386 mt) , al Piano fino alla Spiaggia di Gelso, al Vallone della Roia
• Periplo dell’isola in barca con sosta alla Grotta del Cavallo, alle Piscine di Venere, alla spiaggia di Gelso
• Visite alle grotte dell’allume e a tutta la zona della baia di levante interessata dalla manifestazioni vulcaniche con le fumarole, i fanghi termali e le acque calde
• Bagno alle Sabbie Nere e al laghetto dei fanghi