Siete arrivati alle Eolie, avete già gustato il relax in spiaggia, l’accoglienza della popolazione dei piccoli borghi e frazioni in cui avete affittato la vostra casa vacanze.
Vi sentite veramente a casa, ma avete voglia di qualcosa di più: siete amanti della natura e delle escursioni e cercate una avventura degna di questa vacanza.
In questa situazione le Eolie possono offrire tanto, ed una delle mete preferite dei trekker che frequentano queste isole è il Gran Cratere di Vulcano. Ad una altezza di 390 metri, inoltrandosi tra la vegetazione mediterranea è possibile trovarsi in mezzo ad un paesaggio quasi marziano: il cratere, detto anche “Fossa di Vulcano” risultato dell’ultima violenta eruzione del Vulcano che una volta dominava quest’isola e che le ha dato il nome, eruzione i cui fenomeni si protrassero per quasi due anni interi, tra il 1888 ed il 1890.
Un periodo di attività turbolente ed esplosive che hanno modellato l’area plasmandone il suolo e l’aspetto.
Per iniziare questa “avventura” si può partire dal Porto di Levante, luogo in cui sbarcano i traghetti ed in cui si può già sentire un odore particolare, quello dello zolfo risultato dei processi geologici, in parte ancora in corso sulla vetta in forma di fumarole, ed anche nelle acque circostanti tanto che le esalazioni rendono in alcuni punti l’acqua calda ed i fanghi sulfurei adatti per il relax e la cura di molti disturbi.
Non è tempo per il relax e quindi bisogna procedere dal Porto verso l’alto, seguendo il sentiero verso la Fossa, passando ampie macchie di vegetazione mediterranea (abbondante è la ginestra, amante dei suoli vulcanici così come la immortalò Leopardi nella sua Poesia “La Ginestra”) che piano piano lascia spazio a pietre tufacee fragili e modellate dall’erosione, ad argille, ma è guardandosi intorno quando si prende quota che si inizia a dominare il paesaggio sottostante ed il mare.
Niente comunque a confronto di quello che vedremo una volta giunti al cratere: una visione unica, una specie di “Bocca dell’Inferno” come se la immaginavano i greci e come la riprodurrebbe oggi un regista che vorrebbe mostrarci una visione dantesca.
Il cratere è percorso da esalazioni e vapori che rendono i brulli colori dei frammenti lavici (il grigio predomina) percorsi qua e la da densi fumi bianchi.
È raccomandatissimo percorrere l’intero perimetro del cratere facendo molta attenzione ed esiste anche un sentiero che porta sul fondo del cratere ma bisogna ma è una scelta sconsigliata: i gas sono pericolosi quando si trovano in concentrazioni molto alte, si può morire soffocati in poco tempo, ed i getti di vapore arrivano fino a 100-200 gradi e quindi possono causare ustioni.
Anche intorno al cratere bisogna stare attenti ai gas ed alla direzione del vento, in modo da non trovarsi investiti da nubi di esalazioni.
Nonostante queste cautele da applicare per i più avventurosi, il resto del percorso che porta fino al cratere è accessibile a tutti ed è uno spettacolo che vale la pena di vedere almeno una volta in vita.