Alicudi, l’isola dei gradini e dei muli

muli ad alicudi

Alicudi non ha strade, per come le intendiamo noi. Ma sentieri di gradini.
E non ha auto per il trasporto, ma muli.

Già pensare ad Alicudi ti riempie di immenso. Qui trovi il mare, e la pietra. Qui trovi quel rapporto diretto con la natura che sembra impossibile esista ancora.

Arrivando, dal mare, vedi case sparse qua e là, abbarbicate sulla montagna. Sono le case eoliane, di quelle con bagghi e pulera, con bisuoli e pinnate, con cisterne e forni e frantoi.

Ad Alicudi non ci sono bancomat o tabacchi.
Al porto trovi l’albergo, le botteghe, i bar: luoghi poliedrici, che ti preparano dal  panino al totano all’eoliana.
E le case più vicine al mare, ideali per le tue vacanze se ami stare sulla spiaggia tutto il giorno: le rive sono di grossi ciottoli e le acque cristalline.
Ad Alicudi il pesce lo compri al porto direttamente dal pescatore. E puoi andare a mangiare nelle case degli isolani, alle loro tavole, con altri loro ospiti. Cibi veri, genuini, sapori unici e indimenticabili. Incontri che soddisfano i sensi, in tutti i sensi.

Viaggio fuori e dentro l’anima

Alicudi è l’antica Ericusa, dal greco Ericodès, fiorita di erica,  o l’Ali-Kur degli arabi, fortezza di Alì. Link alle info
Dagli Arabi deriva il nome dialettale odierno degli abitanti: Arcudari. Essi da sempre hanno tratto dalla loro terra il necessario per essere autosufficienti: con l’agricoltura tra le lenze delimitate da muri a secco, autentici capolavori; con l’allevamento, su alle pianure, con manniri e pagghiari ancora visibili; e poi la pesca, con le nasse. Tradizioni e mestieri quasi del tutto abbandonati con l’arrivo della modernità e del turismo.

I borghi sono a diverse altezze: oltre al Porto, l’antico villaggio della Tonna, l’oasi della Bazzina, i sei sensi dello Sgurbio, l’insediamento più antico della Montagna intorno alla storica chiesa di San Bartolo, la contrada di Pianicello.

Mulattiere collegano questi borghi. Si percorrono solo a piedi. I muli, un ibrido tra una cavalla e un asino, robusti e intelligenti, trasportano le provviste di cibo, i bagagli dei turisti, il materiale edile.

Le mulattiere sono il respiro di Alicudi, il suo soffio vitale, eterno e tangibile.

Camminare su di esse significa percorrere il tempo a ritroso e riscoprire se stessi. Tu, la pietra, il mare.  Paesaggi spettacolari per i tuoi occhi e per la tua anima.

Gli amanti del trekking trovano qui il loro paradiso: i sentieri nella parte bassa dell’isola sono stati ristrutturati e sono facilmente fruibili, ma quelli più in alto, irregolari e impervi, impegnano anche i più abili escursionisti.

Certo, in estate, col caldo, salire (675 mt) in cima al Filo dell’Arpa (e scendere!) magari no… Ma in tutte le altre stagioni, “passeggiare” ad Alicudi è una emozione indimenticabile.

Le coste sono alte, a strapiombo, ripide: te ne accorgi già camminando nei sentieri, ma in estate è imperdibile e suggestivo il giro dell’isola in barca.

Alicudi è l’isola per ritrovare la tua identità, un ritorno alle origini, un oasi di pace e tranquillità. Aspra, selvaggia, spregiudicata, ma generosa. Scoprila con noi.

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